Nelle aziende è un esigenza che ascoltiamo ogni giorno.
Nuove modalità formative, sessioni più animate e coinvolgenti, strumenti multimediali innovativi, sessioni outdoor… ma la formzione deve essere anche efficace, anzi più efficace. Occorrono metodologie e contenuti appropriati, liberi da “dogmi formativi” e ampio know-how. Un esame più attento permette rapidamente di articolare questa esigenza verso istanze più concrete e comprensibili.
Questa esigenza è solitamente più sentita quando l’azienda ha erogato per molti anni e continuativamente corsi di formazione ad un’audience variegata e oramai convinta che rimanga ben poco da “imparare” in ambito comportamentale. Chiede soprattutto aggiornamenti tecnici e informazioni di carattere normativo. Questa convinzione non appartiene solo ai destinatari della formazione, ma sovente è condivisa anche dal management che sa quanto l’azienda abbia investito e percepisce l’audience come cliente interno e, correttamente, vorrebbe offrire servizi realmente utili, possibilmente misurabili, tanto più in un periodo di budget disponibili sempre più orientati al breve periodo. Questa situazione, imprevedibilmente, è presente anche in molte aziende dove la formazione comportamentale non solo non è stata erogata continuativamente per molti anni, ma non lo è stata affatto. La domanda chiave è: cosa accomuna questi atteggiamenti?
Questi atteggiamenti non rappresentano la consuetudine ma sono certamente diffusi, ed emergono, a volte, anche laddove l’impegno formativo rimane determinato e importante: un po’ di “aria nuova” è sempre gradita.
Queste brevi considerazioni ci permettono già di individuare quali sono probabili reali motivazioni.
L’esperienza ha insegnato che i corsi di formazione non sempre hanno raggiunto gli obbiettivi prefissati e forse, a volte, sono stati programmati con una certa “leggerezza”. Questo può accadere in ogni contesto professionale e probabilmente lo stesso si potrebbe affermare per altre iniziative aziendali, ma raramente si arriva a definire quali siano state effettivamente le cause. La formazione poi ha una sua specificità. Solitamente si adducono motivazioni qualitative e ambientali:
- contenuti non all’altezza
- docenti poco preparati o non capaci di comunicare con la necessaria efficacia
- situazione e clima aziendale aziendale sfavorevoli
- settore di appartenenza e contesto competitivo in “troppo” rapida evoluzione
- bassa coerenza con la realtà professionale quotidiana dei partecipanti
- modalità formative già viste e con poca animazione e coinvoilgimento
- …
Successivi tentativi di innovare cambiando modalità formative e società di formazione non hanno portato i risultati sperati. Anche metodi innovativi non hanno cambiato molto la situazione. Per questo l’Aria Nuova diventa anche l’unica “aria respirabile”. Tutti questi elementi però tacciono un elemento fondamentale che, per quanto ovvio, è costantemente e terribilmente sottovalutato dandolo per scontato o ritenendo che una semplice customizzazione di un corso possa risolverlo: L’Appropriatezza. Nella maggioranza delle situazioni non si tratta di bassa qualità dei contenuti o dei docenti e di situazioni ambientali sfavorevoli: queste non sono cause, sono effetti!
L’Aria Nuova non basta: occorre l’Aria Giusta.
La verità è semplice quanto difficile da attuare: la formazione giusta non ha bisogno di aiuti teatrali, funziona e basta. Questo non esime dal ricercare modalità formative innovative, ma solo in relazione alla loro efficacia che è, a sua volta, strettamente relata ad un progetto formativo d’eccellenza. Dove l’eccellenza non è solo nei contenuti ma nell’analisi della situazione con metodologie appropriate che non si accontentino di rilevare le esigenze formative, sottoporle a confronto e redarre un progetto usando “quello che c’è in casa”. La progettazione deve seguire una metodologia che non rileva solo le carenze individuali o di gruppo, ma che sappia anche inserirle nel contesto organizzativo e competitivo dell’azienda nonché nel clima e nell’atteggiamento sottostante. Sappioa attuare metodolgie formative che non si accontentino di “insegnare coinvolgendo”, ma che accompagnino il discente in un percorso di apprendimento autonomo e per questo molto meno soggetto a resistenze anche inconsapevoli. Un investimento in formazione deve poggiare su solide basi metodologiche e poter disporre di un’ampiezza di contenuti formativi tale da non indurre ad utilizzare un ristretto know-how. Non solo, chi progetta formazione non deve utilizzzare “quello che ha” e semplicemente addattarlo alla situazione, deve sapere scegliere quale modello formativo, quale formazione, quali contenuti e quali programmi integrativi utilizzare da un’ampia gamma disponibile e, se necessario, crearne ex novo. In questa direzione è completamente rivolta la nostra Metodologia NEXT e i programmi Non Solo Aula. Questi rimangono principi irrinunciabili per non trovarsi a desiderare solo Aria Nuova invece di ARIA GIUSTA.