La distinzione tra apprendimento e lavoro è sempre più sottile: lavorare è imparare e viceversa.
Se pensate che questo processo sia una novità dovuta ad un mondo che cambia continuamente, come oramai sentiamo ripetere ogni giorno, siete in errore.
Questo insegnamento viene da lontano. I nostri nonni (e i nostri antenati) vivevano in un contesto molto incerto: malattie e malanni ignoti, meteo insondabile da cui non si sapeva come difendersi, gelo feroce, siccità, ecc.
Apprendevano ogni giorno come affrontare le intemperie nei campi, le malattie proprie e degli animali domestici, le minacce esterne, ma anche come trovare aiuto e lavorare insieme per affrontare situazioni molto difficili. .
Cosa è cambiato allora? Da un punto di vista di processo, poco. La vera differenza la fanno la velocità di diffusione dei cambiamenti e gli strumenti a disposizione, in particolar modo gli strumenti digitali.
Oggi, ripetere le stesse azioni senza apprendere continuamente è un “lusso” per pochi.
I prodotti e le stuazioni mutano continuamente, gli aggiornamenti sono serrati, i mercati si modificano senza che ce ne accorgiamo.
Quello che oggi definiamo “social learning” è l’evoluzione, attraverso piattaforme digitali, dei processi di apprendimento e collaborazione radicati nella storia di tutti gli esseri viventi.
La buona notizia è che per accelerare e sfruttare al meglio tutte le potenzialità degli strumenti digitali, non occorrono mezzi accessibili solo alle big company. “Basta” un digital workplace molto potente con funzionalità avanzate per affrontare tutte le sfide e lavorare insieme sia all’interno che all’esterno dell’azienda (verso clienti, partner, ecc.) alla massima velocità.
La seconda buona notizia è che anche la piccola e media azienda può accedere a funzionalità digitali avanzate a costi commisurati alle proprie dimensioni ed agli obiettivi.
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